“Quante volte mi sono chiamato così nelle mie relazioni di apostolato con le anime consacrate al Signore le quali sono chiamate le Spose di Gesù; chi le dirige e le forma a buon diritto è l’Amico dello Sposo.” Così si definiva Mons. Lojali al termine degli Esercizi spirituali nel 1965.
Infatti ebbe sempre una particolare predilezione per le anime consacrate. Nel 1948, ad esse indirizza una lettera pastorale dal titolo “La Parte Migliore”, interpretato come personale dono in occasione del Venticinquesimo di sacerdozio e Decimo di episcopato. Visitava costantemente le case religiose femminili sparse in quasi tutte le parrocchie della diocesi, che operavano nel campo della carità verso gli ultimi, nell’educazione e nelle opere assistenziali, come pure i monasteri di vita contemplativa. A tutte riservò una cura singolare nella formazione e direzione spirituale, intervenendo all’occorrenza anche al sostegno economico.
“Devo qui confessare o mio Signore, il mio affetto
fraterno e paterno ora, per le anime consacrate…
La prima volta che io vidi una suora fu alla stazione di Attigliano e potevo avere al massimo cinque o sei anni: stavo a divertirmi per terra naturalmente, e mi divertivo tanto a vedere i treni: ora da un treno in arrivo discese una suora di San Vincenzo del cornetto che mi passò vicina, ma non fece caso a questo pupo per terra…si era allontanata di qualche passo che io gridai – suora- . Ella si volse e mi fece un bel sorriso che non ho mai dimenticato. Per me angelo, suora, monaca, sono sinonimi…”